16 ottobre 2009

"Non porto in nessun posto, io sono un posto".

"Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte,
se solo ti avessero insegnato, piuttosto, a essere felice restando immobile.
Tutte quelle storie sulla tua strada.
Trovare la tua strada.
Andare per la tua strada.
Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico,
fermi lì,
a far passare la vita,
magari siamo un crocicchio,
il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra nostra,
quale strada?
Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto,
io sono un posto."
A.Baricco
A me di tanto viene da pensarlo.
Viene da pensare che forse è bene non girarsi, che forse non servono a nulla tante cose che in un momento preciso sembrano le migliori da fare.
Viene da pensare che incontro certe persone e guardandole penso che "sono loro il luogo in cui vorrei fermarmi". Anche se poi mi sbaglio. Anche se poi non mi vogliono e mi allontanano da loro stessi. Senza un motivo preciso. Perchè distanziandosi, forse, si pensa che si riesce a controllare, a dimenticare. Chissà se poi è davvero così. Chissà se sono solo quelle cose che ci s'inventa per mentirsi, dicendosi "Va bene così". Una sorta di effetto placebo dell'anima.
Che cose buffe, la vita e tutto ciò che essa racchiude nel suo cerchio.
Ma quando io non mi chiedo che significato abbia la vita, ma io, solo il mio significato, la risposta perchè non la so lo stesso?
I viaggi mi fanno sempre un certo effetto, all'arrivo. Sarà la scorpacciata di passeggeri e paesaggi, sarà che sono sempre pronta per l'ennesimo ritorno, ovunque sia, sarà che è inverno e ho il raffreddore, sarà che non voglio vedere certe persone e ascoltarne altre, sarà che a volte ho bisogno di chiedermi tante e troppe cose..
Oggi è un po' così.