31 dicembre 2009

Un anno in meno


28 dicembre 2009

Maledetti pandori.

Sono sicura che la mia massa dia un contributo non indifferente nella determinazione del centro di massa del sistema terra-luna.
Se metto su altri kg potrei io stessa dare luogo a delle maree mentre mi sposto sulla superficie terrestre.
Certo, sarebbe fantastico avere una mia atmosfera e una velocità di fuga come quella di giove, trattenere attorno a me oggetti, persone e magari cani, tutti festosamente orbitanti.
Purtroppo però entrare nei pantaloni risiede ancora fra le mie priorità, per colpa della società che ci ingabbia.
Un giorno sovvertiremo il Sistema.
Fino ad allora, dieta.


Da domani, però.

25 dicembre 2009

Tutti questi "felice Natale" mi hanno fatto la macumba

"Felice ho imparato quest'estate a non dirlo più.
Che sono felice.
Felice è una roba da americani m'ha detto uno che conosco.
Me lo diceva in un momento in cui io gli dicevo che ero felice.
Che la felicità è una roba da americani.
Ed io lì per lì mi ero sentita stupida ad aver usato quella parola e invece aveva ragione.
Nel momento in cui io gli dicevo che ero felice non lo ero veramente.
Ero drogata.
Di emozioni. Di adrenalina. Di impegni. Di persone. Di amicizie. Di una vita diversa dalla mia.
Di lui.
Avevo un bel momento e lo scambiavo per felicità."



Ok.
Questo Natale ormai è andato un po' così. Un po' alla cazzo, diciamocelo. Diciamo che ci sono stati natali migliori.

Poi però torno a casa vedo la mia vera famiglia. Quella vera, quella che li guardo negli occhi e sono dentro di me.
Sento mia madre che canta mentre si veste e mentre cammina con i tacchi perchè sta uscendo. Che mi fa vedere le ultime cose che ha comprato, che ha cambiato, che mi racconta le cose che ha visto, le cose che vorrebbe vedere, che vuole sapere dei prof, che mi chiede la terza declinazione di latino, che mi chiede anche se sa. Mio padre che parla, che mi chiede se credo in Dio, che mi fa leggere le cose sul restauro, che mi chiede delle foto e mi dice che una le è piaciuta particolarmente. Mio fratello, che sembriamo due scemi ogni volta. Che non cresciamo mai. Che ha fretta di andare in camera dopo pranzo e un po' mi spiace perchè quando torno vorrei stare con tutti e 3, ma poi mi accorgo che anche io spesso ho fretta.
Ecco, io in questi momenti qui, sto bene.


Nonostante ho mal di pancia.

23 dicembre 2009

"Il tempo sembra passare. Il mondo accade, gli attimi si svolgono,
e tu ti fermi a guardare un ragno attaccato alla ragnatela.
C'è una luce nitida, un senso di cose delineate con precisione, strisce di
lucentezza liquida sulla baia.
In una giornata chiara e luminosa dopo un temporale,
quando la più piccola delle foglie cadute è trafitta di consapevolezza,
tu sai con maggiore sicurezza chi sei.
Nel rumore del vento tra i pini, il mondo viene alla luce, in modo irreversibile,
e il ragno resta attaccato alla ragnatela agitata dal vento."


La casa affianco hanno finito di costruirla. Ho pensato fossero stati velocissimi nell'ultimarla. Poi guardo il calendario. E capisco che ero io che non tornavo da tanto, qui.
Camera mia, è quasi sempre la stessa. Ordinata, perchè non la vivo più. E con foto che ritraggono visi di cui nemmeno ricordo il nome, tra un po'. Cassetti che non aprirò. Altri che forse spulcerò.

Linda che mi saluta, che con i guanti non può abbracciarmi e se li toglie, con le mani umidicce e un po' rugose, che mi fa i complimenti, che mi dice di essere ordinata, che ha questo tono di voce altissimo e che va a finire i suoi doveri.
Mia madre e mio padre, che fanno domande sulla casa, su Firenze, sull'accademia, su di me. Che mi fanno trovare sempre tutto perfettamente pronto.
Mio fratello, che sembriamo ancora due bambini, peraltro idioti.
Il giro di chiamate, sì sono arrivata, stasera Martini, ho smesso di fumare, domani caffè, pizza e film in mansarda da me.

Casa.

Guardo il cielo. Dalla mia camera si vede così bene. E si vedono anche i nanetti da giardino, che odio. E non c'è il prato ma solo qualche palma guardando giù in giardino.

Mi giro di scatto, cerco le mie foto, le mie pareti, il mio disordine. Penso al corridoio di casaBorgia, stretto che in due non si passa, quella cucina bianca che sembra un altro corridoio che in dieci non c'è spazio.
Non fare la spesa. E se arriva una bolletta non devo andare a pagarla.

Maledette sensazioni. Sono come una scossa di assestamento.
La mia casa non è più questa.
O forse lo è da sempre.

Intanto vedo la data del ritorno.

19 dicembre 2009

:)


Mi hai dato innumerevoli emozioni, mi hai fatto versare litri di lacrime, ho riso per ore stando qui. Mi sono preoccupata per lunghissimi attimi. Mi hai dato un'ubriacatura notevole e un po' d'erba, sigarette, forse milioni in questi tre anni. Mi hai dato traslochi e nuovi modi per arredare se stessi. Una casa dove devo cucinare io e dove devo andare io a pagare le bollette. Mi hai dato l'opportunità di imparare qualcosa dai miei desideri. Mi stai facendo capire la mia strada e le mie passioni. Mi hai regalato un amore che così forte neanche pensavo si potesse provare e invece è come dicono nei film, come nelle poesie, certe cose esistono davvero e con la stessa intensità. Mi sono sentita fortunata, mi sento fortunata ogni volta che apro la finestra e vedo che non sei scappata via da me.

Ora mi hai dato anche la neve, a me, che sono abituata a sentire la salsedine nell'aria. A me, che la neve mi rende puramente felice come una bambina.


Riuscirò un giorno a ringraziarti, Firenze?

14 dicembre 2009

Promemoria

C'è quell'ombra, di cosa neanche voglio capirlo, perchè le ombre sono più magiche, sono come le nuvole, tu immagini siano cose e invece ne sono altre ed è stupendo perchè hai ragione e torto nel contempo. Un sacchetto o un sorriso, o un pappagallo o un mostro, che importanza ha. La guardo, quasi rapita. E penso che il mio passatempo preferito era dare nuove forme alle nuvole o inventare storie sulle gocce che scivolano sui vetri, magari di un'auto, magari dell'auto in cui sto viaggiando, dove c'è la goccia che secondo me fa l'amore con l'altra, dove c'è la gocciolina che resta immobile, che non scende -e se scende e tocca la goccia grande, mi succede qualcosa di bello, sennò no-e se resta lì fino a quando non arriviamo a destinazione allora mi accade qualcosa di bello, sennò no-.
In una notte, perchè la notte mi fa stare bene, mi fa sentire unica e gli altri sono tutti fuori dal mio mondo, dalla mia me, sono tutti lontani, anche se sono nella stanza affianco, ci sono ombre su un muro che si colora con i raggi del sole e quelli dei lampioni.

C'è ancora quel rumore, qui dentro. Cose che cambiano e cose che restano uguali. C'è il freddo. E c'è il caldo di questa casa, che io mai ho avuto tanto caldo stando in una casa d'inverno, che mi viene da ridere quando sono in maniche corte e la gente fuori ha il piumino. Una casa, una camera, che è stata un'ennesima finestra sul mondo, dalla quale mi affacciavo, dalla quale diverse volte sono precipitata, la quale spesso è chiusa e a volte spalancata, giusto per far entrare un respiro, il respiro di uno spicchio di cielo, il respiro della voce del vicino di casa, il respiro di una nuova giornata.

Domani voglio svegliarmi. E ricordarmi di essere felice.
Per il caffè. Per l'impazienza. Per quella foto mancata. Per quel ricordo buttato. Per un sorriso in meno. Per la risata in più. Per qualche lacrima. Per un "No!". Per uno scarabocchio. Per un panetto d'argilla. Per un amico. Per una telefonata arrivata proprio quando volevi parlare. Per 30 mt di carta. Per un pranzo. Per una strada buia. Per un paio di stivali che non riuscirai proprio a comprare. Per cucinare. Per la sete di conoscere. Per un biglietto.
Per sognare ancora una volta.
Per tutto.
...Essere felice.

12 dicembre 2009

#50esimo post. Non può essere un post serio.

1. Il tratto principale del tuo carattere.
L'ottimismo, credo.

2. La qualità che preferisci in un uomo.
Ironia e intelligenza.

3. E in una donna?
La semplicità.

4. Il tuo principale difetto.
Ritardataria. E poi, è vero, lavo la casa a pezzi. E chiacchiero troppo con me stessa.

5. Il tuo sogno di felicità.
Ce l'ho in un cassetto che spero si apra, prima o poi.

6. Il tuo rimpianto.
Non ne ho.

7. L'ultima volta che hai riso di gusto.
Oggi, andando all'Ikea.

8. L'incontro che ti ha cambiato la vita.
Tanti a proprio modo entrano nella tua vita e in cambio del tuo tempo lasciano un po' di se stessi dentro te. Mi hanno cambiata dei discorsi di mio padre, uno di un estraneo, uno di un professore.

9. Sogno ricorrente.
Ultimamente sogni irrequieti e/o surreali.

10. Il giorno più felice della tua vita.
Deve ancora arrivare.

11. E il più infelice?
Quando c'era la possibilità di non tornare più a Firenze.

12. La persona scomparsa che richiameresti in vita?
Mio nonno e un amico.

13. Quale sarebbe la disgrazia più grande?
Perdere chi amo e perdere la vista. Senza la vista, potrei veramente morire lentamente. E' il mio senso preferito.

14. La materia scolastica preferita?
Filosofia, letteratura italiana, astronomia, biologia.

15. Città preferita?
Firenze :)

16. Il colore preferito.
Color vinaccia, bordeaux, glicine, bianco, arancione.

17. Fiore preferito.
Rosa rossa e bianca, le calle, le orchidee.

18. Bevanda preferita.
Martini Bianco e Coca Cola.

19. Piatto preferito.
Uff, tanti.

20. Il tuo primo ricordo?
Il sapore dei plasmon sciolti nel latte caldo mentre lo bevevo dal biberon.

21. Se avessi qualche milione di euro.
Comprerei un quadro, a scelta tra: Picasso, Modigliani, Pollock, Dalì, Kandinskij. Comprerei poi una casa, con un acquario enorme. Viaggerei, fino a delirare per i troppi jet-lag, per vedere tutti i musei del mondo in meno di un anno.

22. Libro preferito di sempre?
Oceano mare, ma qualche anno fa ero innamorata di "Diario di un killer sentimentale", letto un pomeriggio sul terrazzo del liceo mentre gli altri vedevano il solito film sugli ebrei. Poi venne il turno di "chiedi alla polvere", che adoro ancora tantissimo. Anzi, forse Baricco e Fante sono al primo posto entrambi.

23. Libro preferito negli ultimi anni?
Vale la risposta di prima.

24. Autori preferiti in prosa?
Coelho, Baricco.

25. E in poesia?
Non amo particolarmente la poesia. Ad ogni modo Leopardi mi fece un grande effetto quando lo studiai e mi rimase un po' dentro.

26. Cantante preferito?
De Gregori, Ligabue, Bersani, De Andrè.

27. I tuoi eroi?
I miei genitori che sono riusciti a comprare una bella casa in un bel quartiere e che nutrono i sogni miei e di mio fratello nonostante non siamo "economici". E poi, in generale, chi non ha paura di mettersi in gioco, chi non teme di essere se stessi anche quando occorrerebbe indossare una maschera, chi si espone per un'idea, chi insegue un sogno.

28. I tuoi pittori preferiti?
Vado a momenti. Picasso e Dalì sempre. Poi Caravaggio, Botticelli.

29. La trasmissione televisiva più amata.
Il senso della vita, Blu notte perchè lo vedevo le sere di due estati fa prima di dormire e dopo aver fumato una sigaretta sul balcone.

30. Film cult?
Eh, difficile. Forse "Due o tre cose che so di lei", un drammatico film del '66 co-prodotto da Truffaut.

31. Attore preferito.
Andy Garcia. E poi quello di Prison Break dal nome inscrivibile, per me. E Tom Cruise.

32. Attrice?
Winona Ryder

33. La canzone che fischi più spesso sotto la doccia?
Non fischio e non canto sotto la doccia. E' un momento in cui sono occupata a immaginare di essere al mare.

34. Se dovessi cambiare qualcosa nel tuo fisico, cosa cambieresti?
Le gambe, più lunghe e magrissime.

35. Personaggi storici più ammirati?
Gesù.

36. I politici più detestati?
Sono apolitica, purtroppo.

37. I nomi preferiti?
Femminili: Giulia, Sofia, Giorgia, forse anche un po' Rebecca.
Maschili: Alessandro, Marco, Francesco, Samuele.

38. Cosa detesti di più?
La stupidità. L'immaturità.

39. Il dono di natura che vorresti?
Mangiare a dismisura senza mai ingrassare di un etto.

40. Il regalo più bello che hai ricevuto?
Tanti, devo ammettere.

41. Come vorresti morire?
Mentre ho un orgasmo. O quando avrò fatto tutto quello che valeva la pena fare nella mia vita, con serenità.

42. Stato d'animo attuale.
Un po' inquieta, un po' curiosa, un po' attiva, un po' pigra.

43. Le colpe che ti ispirano maggiore indulgenza?
Dipende dalle colpe. In genere quelle fatte "nel bene".

44. Città o campagna?
Loft o attico nel centro storico di una bella città, magari Firenze.

45. Convivenza o matrimonio?
Ehm, non sono favorevole nè contraria a nessuno dei due, solo che sono una persona che ha bisogno dei propri spazi. Ho bisogno di avere una casa solo mia.

46. Cosa ne pensi dell'aborto?
Penso che sia terribile per una donna dover abortire. Ma penso anche che è terribile anche mettere al mondo un figlio che non si desidera abbastanza. E' brutto, lo so, e me ne vergogno quasi a dire che io sono a favore dell'aborto.

47. Eutanasia?
Favorevole.

48. Cambiando argomento, il sesso come lo vivi?
Bene, molto bene, grazie.

49. Fantasie ricorrenti, posizioni preferite?
Nessuna fantasia ricorrente e... tutte le posizioni XD

50. Il tuo motto?
C'è del bello ovunque, basta cercarlo.
E poi l'evergreen, a parimerito, il mio "Vivi e lascia vivere"

11 dicembre 2009

"Senza tetto e pavimento.Con il legno e col cartone.Senza inizio e senza fine. Sul confine."

Cerco casa, ufficialmente. Un posto dove vivere. Una casa che sia mia e che so lo sarà sempre.
Sto pensando seriamente di non avere coinquilini, l'anno prossimo. La cosa grave è che sono convinta di non volerne avere.
Ho questo bisogno da un po' di giorni, ormai. Un po' da sempre a dir il vero, però in questi giorni di più.
Forse è solo che ho voglia di crescere, ed è stata sempre una cosa che mi ha fregato, questa. La bulimia di mangiare i giorni, come se tutto il tempo del mondo fosse troppo poco. Una sorta di inutile fretta.
Quando i miei coetanei avevano la mia stessa età, io avevo sempre qualche anno in più.
Forse per questo che mi stanno spuntando una marea di capelli bianchi. Ogni giorno uno in più. Magari me ne spunta uno ad ogni pensiero "da grande".
Il bello è che non ho neanche paura di vivere in solitudine, anche perchè con me stessa ho il giusto equilibrio, tanto da trovarmi simpatica. Ci sto bene con me. E poi è stato un porto di mare la mia camera, figuriamoci una casa.

Cosa mi sta succedendo?
Non sono entusiasta davanti questo mio curioso bisogno. Stranamente. Ho paura se penso che in realtà è questo che voglio. Tutte le cose nuove, o non nuove ma grandi, che siano sogni, che sia il cambiare città, che sia imparare a cucinare mi hanno messo addosso tanto di quell'entusiasmo e ottimismo che mi sorprendevo io per prima. Questa invece. Come quando sei colpevole, sai di esserlo, ti mostrano l'arma del delitto e sussurri che non sei stato tu. E non riesci a guardare più nessuno negli occhi.
E' curioso perchè è come se ci fosse un orologio. Un orologio a cui non riesco a cambiare le lancette. Un orologio col quale non posso ritardare nè barare. Che sarà, una sveglia mentale? Un cucù che mi sta martellando il cervello?
L'ho sempre tenuta a bada questa voglia di... già, come definirla, indipendenza? Si dice indipendenza quando ti vuoi staccare da qualcosa? Che quel qualcosa poi, magari neanche c'è. O magari quel qualcosa rappresenta la tua famiglia. O magari semplicemente non sai.

Secondo me, tutti prima o poi devono volenti o nolenti avere il coraggio di volare. Tutti arriviamo in un punto in cui siamo su un cornicione. C'è chi ha da solo la forza, chi ha bisogno di qualcuno che lo segua, chi di qualcuno da seguire, chi proprio non ce la fa.

Ho bisogno di salire un altro gradino di questa scalinata
Ho fatto un salto imponendo la mia scelta universitaria, un altro andando lontano da casa, un altro avendo una nuova casa.
E ho paura che mi sto convincendo anche di vivere da sola.


Sento un gran rumore dentro me, un grande brusìo.
Perchè è così che fa la vita.
Prima ti entra dentro e poi se ne va.
Perchè in fondo ci prende un po' per il culo tutti.