24 giugno 2010

E' da tanto che non aggiorno.
Latito perchè ultimamente la vita mi sta prendendo più del previsto e perchè tutti i pensieri di questi miei giorni sono francamente molto noiosi.
Preferisco guardare il calendario e andare a lamentarmi con qualcuno piuttosto che scrivere. A volte preferisco andare dalle altre coinquiline a vedere la tv piuttosto che scrivere, il che è tutto dire. A volte preferisco disegnare che scrivere e la cosa forse mi rende pure più soddisfatta.
Il cielo oggi è blu ed è tardi ma c'è ancora luce. Mi piace l'estate che estate non è. Mi piace che alle 20 mi sembra che ci sia ancora tutto un pomeriggio davanti.
Devo studiare.
Devo studiare.
Devo studiare.
Oggi è la festa del paese. Paese, oddio. Oggi è la festa di San Giovanni e io stasera esco.
E non vedo l'ora di finire tutti questi esami. Meno 3 e finisco la sessione estiva. Meno 3 e debilito totalmente i miei neuroni e il mio sistema nervoso.
Esco prima, esco ora.
Esco perchè prima che sia colta da una struggente malinconia e incerta solitudine, bagno i miei sentimenti con una bottiglietta di Coca Cola, quella in vetro. Quella dove metterò dentro una gerbera rossa.

3 giugno 2010

:)

Sei il pezzo che mancava per finire il mio puzzle. Il pezzo più importante, quello che deve essere perfetto perchè basta che abbia un angolo più spigoloso che non s'incastra.
Il puzzle completo forse è vero che, come dicevi tu, non fa elevare. Ma è vero anche che arrivati fin sopra le stelle, non si può volare più alti. Si rischierebbe di soffocare. Invece, il bello è respirare, con te. Dividere respiri, dividere una fetta di giornata che avrebbe portato solo pioggia non fosse stata per la tua presenza.
A volte, mi fai l'effetto di una lettera. Una lettera è una parentesi su una giornata. Magari c'è una giornata pessima là fuori, una giornata di quelle che sapevi da quando hai aperto gli occhi che sarebbe andata storta, di quelle che ti alzi, è tardi, hai troppo da fare e troppo poco tempo, di quelle che bruci il caffè, che vai a sbattere contro lo spigolo del mobile, che piove e devi andare assolutamente a far la spesa. Una giornata di merda. Poi però magari, dopo che torni fradicio, dopo che ti hanno fermato quelli della firma contro la droga, quelli dei libri, dopo che ti hanno chiamato per un sondaggio, pensi che devi scrivere. Magari a una persona lontana, magari a un parente, magari a nessuno. E nel'esatto istante in cui ti siedi e pensi e prendi la penna e prendi un foglio (oppure apri il word),automaticamente è come se stessi aprendo una parentesi in quella orribile giornata. Un ritaglio. Sì, come quando ritagli una foto da un vecchio giornale. Magari è una vecchia pubblicità, magari è solo uno scarabocchio, ma la ritagli per il semplice motivo che in quel momento ti sembra la cosa migliore della giornata da fare. Ecco, tu sei la mia parentesi. Una parentesi tonda, dentro la quale non c'è tempo. Una parentesi dove all'interno tutte le brutture del mondo e delle giornatacce scompaiono.
Uff, oggi scrivo troppo. E' che vorrei tanto a volte, dirti tutto tutto e scriverti tanto tanto. Però poi ti guardo e mi chiedo quali parole possono controbilanciare tutto ciò che mi dici con gli occhi quando mi guardi. Quegli occhi che quando mi guardano, a volte mi chiedo cosa nascondono. Quegli occhi nei quali ogni volta, è bello perdersi.
Leopardi lo diceva e io te lo riscrivo. Naufragare è dolce nel tuo mare.
"Mi sono alzato dal letto e sono andato in cucina a bere un bicchiere di latte. Dopo qualche istante ho iniziato a piangere in silenzio. Sembrava piangessi per tutto, per quanto è bella e quanto è straziante la vita. Ho pianto per me, per la mia persona, per Francesca, per Federico, per Sofie, per Angelica e per Alice. Per l'infelicità che ha vissuto mio padre, per le carezze attese da mia sorella e mai avute. Ho pianto per mia madre. Ho pianto per tutti i colori dei fiori, per l'attimo esatto in cui si schiudono. Ho pianto per l'azzurro del mare e per la spuma bianca, per il vento che muove i rami, i pomeriggi silenziosi d'estate. Per la mia moka del caffè, per la bellezza di un bicchere di vino rosso, per il colore della frutta e per i peperoni gialli. Ho pianto a dirotto per ogni tramonto e per ogni alba. Per ogni bacio dato e per ogni lacrima asciugata. Per ogni cosa bella che ritorna, per la strada verso casa la sera. Per tutto il tempo che non ritornerà. Per ogni brivido vissuto, per ogni sguardo appoggiato. Ho pianto per il modo in cui mio nonno camminava e per la sua malinconia.
Le mie lacrime contenevano tutto. Ho pianto per quanto sono stato bene e per quanto sono stato male in tutta questa vita. Questa vita che per fortuna ho avuto il coraggio di amare, questa vita che mi sono preso e che ho voluto vivere fino a farla stancare al punto di desiderare un po' di riposo e desiderare di addormentarmi, come da piccolo, sul sedile della macchina."
Perchè queste sono le lacrime più belle. Le lacrime per un quadro. Per una parola storta e una giusta detta al momento giusto. Per uno sguardo che non ritrovi più. Per una notte senza stelle e per una con la luna piena. Per un regalo e per una telefonata. Per le cose stupende della vita e per le cose che feriscono.
Sì, sono le lacrime più belle.