19 gennaio 2009

A Firenze che l'è un pò la mì hasa


Firenze è bella e sporca, come una zingara.

E' ricca e viziosa come la cocaina.

E' una città da guardare puntando gli occhi verso il cielo, e per me che cerco sempre le stelle, è una cosa facile.

Puzza di piscio nelle stradine più buie e anche in quelle affollate. Di fogna.

L'Arno è verde. A volte ci sono i topi o i pesci a 3 occhi di Springfield. Ha un quartire che io chiamavo Scoreggi (Careggi n.d.r.)appena approdata il primo anno, a 19 anni ancora da compiere, quando l'ubriacatura più grande fu questa città. Sbronza i quali effetti li ho ancora addosso.


Firenze è piccola nella sua grandezza. Tra una piazza e una pinta. Un lungarno e vecchie scale. Tra mercatini vintage e boutique. E' un pò tutto e non è nulla. Era sostanza, ora soprattutto apparenza.

Firenze è divertente per il trippaio, per la gente che aspira mezzo alfabeto, per i cartelli che scrivono sulle serrande dei negozi per giustificarsi della chiusura in un giorno lavorativo.

Firenze è stressante quando vedi un giapponese e sei sicuro che ne seguono altri 8 se ti va bene.Di cui uno di loro ti fotografa. E fotografa poi la merda di piccione.

Firenze è nervosa per le biciclette che ti invostono impazienti.

Firenze si sveglia piano alle 6, perchè non è di quelle città sempre sveglie e presenti. S'addormenta anche lei e a volte non compare quando mensionano città come Roma o Milano o Torino. Non le va.

Firenze è pudica. Vuol far vedere solo quello che vuole e chissà quante cose tiene segretamente conservate per sè, tra mura e pergamene e tele.

Firenze sa cucinare bene.La Ribollita è l'unico pasto di sola verdura che mangerei sempre.

Firenze è la città puttana, la città viziata, la città oscura, la città misteriosa, la città che ti lascia sempre qualcosa di sè dentro. Come una fede al dito. Con un'immagine, un ricordo, una Firenze dal Piazzale o De Gregori cantata da Claudio a Ponte Vecchio, un locale, un mimo, una battuta di un cameriere, un odore, un sapore.

Ti segna un pò dentro. E se sei pugliese di un piccolo paese di provincia e hai quasi 19 anni, ti cambia, anche se ti affoga e ti fa perdere il respiro.


Alcuni dicono che chi accarezza il porcellino nell'omonima p.zza, resterai a Firenze.

Domani lo farò.


E oggi, se dormirò, dormirò con la Cupola sotto il cuscino.

perfezione


Cercare occhi estranei che quando hai visto l'ultima volta sono entrati nei tuoi. Cercare quel motivo in più. Qualche spicciolo nella borsa. Le mani. Cercare un pò di te nel fondo di un bicchiere forse pieno, sicuramente vuoto.
La soluzione quando non hai problemi. I problemi quando non hai la soluzione.
E' strano quando capita. Se esiste un destino è un destino beffardo. Se esiste Dio è un Dio impegnato. E se esisti tu...sei un tu distratto.
Mille domande attanagliano.
Sangue e spirito diventano tutt'uno, corpo e anima, giusto e sbagliato fino a inceppare in quel meccanismo sottile in cui tutto diventa equilibrio, un equilibrio sottile e instabile dove tutto si annulla, come nelle migliori forze opposte e testarde. Dove tutto diventa l'equazione esatta di un teorema, assolutamente senza margine di errore. Dove tutto diventa semplicemente perfetto.

6 gennaio 2009

un senso

Mirtilla si siede affianco a Marisa, che è ,anche in questa notte, nomade in pensieri lontani e presenti, cercando qualche nuova stella da aggiungere al suo cielo. Le prende l'accendino, in silenzio e le fa compagnia.

M: "Freddo anche oggi, eh?"
M: "Ci sono stati tempi peggiori"

M:"Hai i capelli che sanno di fumo e camino"
M:"Sono uscita.L'aria era densa e la nebbia si è intrufolata nelle ossa e si è nascosta tra i capelli.Succede spesso d'inverno"

M:"Stai cercando qualcosa?"
M:" Sì"
M:"Cosa?"
M:" Un senso"

M:"Lo stai trovando?"
M:"Assolutamente no. Ma magari cercando alla fine qualcosa la scopri"

M:"Ti sento un pò strana..."
M:"Solo impressione"


M:"Ma a te i dubbi non ti vengono mai?"
M:"Dipende. A cosa ti riferisci?"
M:"Dubbi, cazzo.Su tutto.Su ogni minima cosa che vivi, che senti, che pensi."
M:"A volte, sì"

M:"Ho dei dubbi. Su Dio.Sull'Hdemia.Sulle persone.Sulle amicizie.Sull'amore.Sulla morte.Sull'ArchiCad anche. Ho dei dubbi su tutte quelle cose che vorrei fossero certe e chiare."
M:"Difficle che le cose che hai mensionato posso essere sicure, a parte il Cad. Ci sono di mezzo dei sentimenti e laddove ci sono dei sentimenti tutto è un pò più complicato. Specie se quei sentimenti non sono solo i tuoi."
M:" Quante volte hai ripetuto la parola sentimenti?"
M:" 3. Dici suonano male?"
M:"Forse.Merda non sono sicura nemmeno di questo.Capisci? Nemmeno se una frase è giusta o no."
M:"E' solo una notte un pò così, non preoccuparti, domani andrà meglio."
M:"Sai cosa? E' che mi sento pesante.Ho un qualcosa dentro che mi ingombra. Che non fa male ma che stringe."
M:"Colpa dei tuoi spuntini notturni"
M:" No.Colpa del non saper essere. Del non voler essere e del dover essere.Colpa di strane nostalgie e fallimenti.Colpa di inutili gioie e fantasie."

M:"Cosa pensi di fare?"
M:"Prima volevo scappare. Ora neanche quello.Voglio affrontare.Vedere come va e se va. Come quando vedi un film e vuoi vedere la fine.Ma in questo caso non voglio neanche stare a guardare, voglio fare da regista.Ma mi trovo che magari non ho le attrezzature adatte.O che ho scelto pessimi attori."
M:"Dipende tutto sempre e solo da te"
M:"Sì me lo dicva anche il mio Guru una cosa del genere. Ma una fottuta paura non ti viene mai?Non ti senti mai sola?Non hai quella cazzo di vertigine di chi sta per tuffarsi da 30 metri nel vuoto quando ti trovi in un bivio?Quella cosa del non ce la facessi..?E non dirmi cose del tipo homo faber fortunae suae o andrà tutto bene.Non mi basta.Non stanotte."

M:"Cosa vuoi che ti dica.."
M:"Niente.Ma fammi illudere che non sono sola.Fammi illudere che un senso a tutto questo c'è. Fammi perdere in sentieri sconosciuti che però riconosco dall'odore.Fammi credere che esiste Dio e che sono atea.Fammi scendere sull'orlo del mondo e fammi risalire dal fango.Abbracciami, ubriacami.Siamo soli ma ci facciamo tutti compagnia.E poi un senso cazzo, trovami un maledetto fottutissimo senso."

M:"Lo trovassi..."
M:"Se riuscissi a trovarlo non sarebbe lo stesso mio senso. Ma se sai dove trovarlo dimmelo, che vado a prendere il mio, di senso."

Marisa si alza, si sgranchisce, guarda un pò il vetro e se fosse un fiore sarebbe pieno di rugiada. Guarda il letto.Beve un goccio d'acqua, prende l'accendino e si accende un'altra sigaretta.

"...Perchè la vita è un brivido che vola via.
E' tutto un equilibrio sopra la follia."
-Sally-Vasco Rossi-

2 gennaio 2009

"...Ogni volta che ritorno
Ogni volta che mi sveglio
Ogni volta che sono sicuro
Ogni volta che non è importante
Ogni volta che non guardo in faccia a niente
Ogni volta che dopo piango
Ogni volta che rimango con la testa fra le mani
Ogni volta che rimando tutto a domani"
Tra influenza e qualche bicchiere in più di vino, in quest'anno neonato questa è la prima sera (sera...si vede che il tempo per me è assolutamente soggettivo..e no, non guardate l'ora che esce sotto il post. Sono orari sballati e non mi va di aggiustarli. Anzi, li eliminerò, un giorno. Almeno qui, in questo fittizio e virtuale Moleskine posso eliminare il tempo) che riprendo vecchie e care abitudini. E la pioggia fa del suo. Sapete, di quella pioggia che non cessa nemmeno per un minuto. Di quella intensa. Di quella che è tanta ma che non la senti perchè troppo leggera. Quella pioggia lì. Che in fondo in fondo forse neanche bagna. O comunque non te ne accorgi subito.
Nell'etere di una cameretta, la mia, Norah Jones.
E poi io, con un portatile quasi scarico, seduta per terra, in un angolo, nel mio Cantuccio direbbe in Artemis Fowl lo scrittore Colfer, un pò struccata un pò no, col jeans e la maglia del pigiama, con in mano una sigaretta. Pensieri disordinati. Pensieri ridicoli. Pensieri che non oso toccare per non ascoltarli.
Benvenuta prima notte 2009 che prendiamo solo per noi, per me e te, in una stanza che a volte mi sa di vecchio, di conosciuto, semplicemente non più mia. Perchè questi pupazzi e queste tende ne sapranno tante ma ora ne sanno troppo poco. Va un pò stretta, come quando cresci e i vecchi pantaloni non ti entrano più. Anche se erano i tuoi preferiti.
Sì, sono nostalgica e un pò ne sono felice. E questo non cambierà neppure quest'anno. Mi preoccuperò solo quando non lo sarò più, perchè vorrà dire che non lascerò più pezzetti del mio cuore sparsi qua e là, ovunque, in strade, ricordi, destini incrociati per caso, case, periferie, birre, sigarette, notti. E lì davvero sarò cambiata. E non sarò più io.