7 novembre 2010

Mercurio

Ho sempre ascoltato mia madre quando mi raccomandava in tono minaccioso e spaventoso di non appoggiare mai le mie grosse natiche su water altrui, quelli degli autogrill in primis. Un problemone per me, infatti ho sempre preferito aspettare di tornare a casa per fare la "plinplin" dell'acqua Rocchetta (chepppoi sono assolutamente e fermamente convinta che la cacca fatta in casa propria è sempre la più soddisfacente), perchè stare in equilibrio senza appoggiarsi, coi miei muscoli che accusano il non aver mai fatto sport che cominciano a tremare, avere in testa la faccia di mamma col dito indice alzato annesso e l'occhio a metà tra lo spaventato e l'arrabbiato, non poggiare la borsa a terra perchè la mamma diceva anche di non appoggiare cose a terra che la mia è pesantissima e se la tengo con una mano sola mi sbilancia, e poi la carta igienica che magari non c'è e poi devi prendere i fazzoletti che però non hai, o meglio, che non trovi perchè come detto, la borsa è grande e troverai solo scontrini (che leggerai comunque anche se il momento è delicato e instabile), astucci porta assorbenti anche se non hai le mestruazioni, bottigliette d'acqua, macchina fotografica, penne, matite abilmente fottute all'Ikea, agenda, portafoglio etc. In tutto ciò devi star attenta anche a non far cadere nulla, e nemmeno abbassare troppo i pantaloni perché mai e poi mai la tua cintura deve toccare a terra, e anche se hai il tacco 12 devi comunque far leva su cosce tremanti e ansie che esplodono nella tua testa:"Oddio ora prenderò quel batterio che non si cura mai più e morirò presto affetta da pustole orrende, enormi, giganti e gialle e anche che puzzano e non potrò più fare la pipì, l'amore o figli". E poi i maschi si chiedono perché le donne vanno sempre in bagno in due.
Ma comunque, non volevo dilungarmi su questo.
Volevo appunto dire che io l'ascolto mia madre, anche se non sembra, anche se lei non crede che io dia ascolto a lei e a mio padre. E l'ascoltavo anche quando lei si raccomandava di non far cadere a terra il termometro. Pensavo da piccola che sprigionasse onde malefiche e mortali se si fosse rotto, e da sempre l'ho maneggiato con cura, come le bottiglie di vetro con le barche dentro, anche se ero convinta che se si fossero rotte, le barche potevi poi gettarle in mare e navigavano davvero e forse era questa la vita giusta per loro, come uccelli in gabbia che vivono guardando il cielo e pensando che il loro vero posto è quello.
Ora ho il raffreddore, perché col cazzo che non esistono più le mezze stagioni, ci sono e arrivano in ritardo, perché siamo a Novembre e qui fa caldo per esser Novembre e io invece mi vestivo come se fosse già pieno inverno. Il mio fidanzatino mi ha portato il termometro e ho pensato che ora li fanno solo digitali. E quindi, a me dispiace un sacco davvero adesso non aver mai rotto un termometro. Essermi persa una danza folle e ordinata di palline di mercurio che si spargono sul pavimento. E magari in quel momento erano davvero libere e felici, o magari il contrario, far cadere il termometro significava un po' fare un eccidio di massa. La morte delle palline di mercurio o la loro rinascita? Non so, ma io vorrei, avrei davvero voluto vedere queste palline rotolare. E mi sarebbe piaciuto anche se fossi stata una bambina, perché anche se avessi avuto la febbre alta che il giorno dopo non vai a scuola e la tua amichetta del cuore ti avrebbe chiamata nel pomeriggio o l'avresti chiamata tu per sapere i compiti, mi avrebbe fatto sorridere felice vedere quella piccola e dolce e magari lenta disfatta.

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