Ma comunque, non volevo dilungarmi su questo.
Volevo appunto dire che io l'ascolto mia madre, anche se non sembra, anche se lei non crede che io dia ascolto a lei e a mio padre. E l'ascoltavo anche quando lei si raccomandava di non far cadere a terra il termometro. Pensavo da piccola che sprigionasse onde malefiche e mortali se si fosse rotto, e da sempre l'ho maneggiato con cura, come le bottiglie di vetro con le barche dentro, anche se ero convinta che se si fossero rotte, le barche potevi poi gettarle in mare e navigavano davvero e forse era questa la vita giusta per loro, come uccelli in gabbia che vivono guardando il cielo e pensando che il loro vero posto è quello.
Ora ho il raffreddore, perché col cazzo che non esistono più le mezze stagioni, ci sono e arrivano in ritardo, perché siamo a Novembre e qui fa caldo per esser Novembre e io invece mi vestivo come se fosse già pieno inverno. Il mio fidanzatino mi ha portato il termometro e ho pensato che ora li fanno solo digitali. E quindi, a me dispiace un sacco davvero adesso non aver mai rotto un termometro. Essermi persa una danza folle e ordinata di palline di mercurio che si spargono sul pavimento. E magari in quel momento erano davvero libere e felici, o magari il contrario, far cadere il termometro significava un po' fare un eccidio di massa. La morte delle palline di mercurio o la loro rinascita? Non so, ma io vorrei, avrei davvero voluto vedere queste palline rotolare. E mi sarebbe piaciuto anche se fossi stata una bambina, perché anche se avessi avuto la febbre alta che il giorno dopo non vai a scuola e la tua amichetta del cuore ti avrebbe chiamata nel pomeriggio o l'avresti chiamata tu per sapere i compiti, mi avrebbe fatto sorridere felice vedere quella piccola e dolce e magari lenta disfatta.
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