13 novembre 2009

Pomeriggio di nebbia

Come quando disegni qualcosa, uno scarabocchio, un segno di grafite su un foglio, su un tavolo, su una qualunque superficie e non sai perchè, non sai cosa voleva essere.
Come quando apri una busta di patatine o cioccolatini, che non sai perchè stai mangiando ma hai forse fame, forse noia, forse compagnia.
Come quando fumi e hai appena spento l'ultima sigaretta. Forse per avere le mani impegnati, forse per fingere che la pausa duri di più.
Come quando piove e c'è il sole.
Ci sono alcune cose che non sai come mai le fai. Ma, ed è assurdamente bello, le fai. Non trovi il senso in tante cose. Ma forse, se le fai, in quel momento un motivo ce l'hanno, seppur tutto loro.

Ho sfogliato di nuovo un libro che mi piace, di Baricco.
Lui sì, che ha un senso. Lui sì che DEVE stare sulla mia scrivania. Mi ero dimenticata di quanto mi avesse fatto sorridere questo pezzo. E anche riflettere.

"Quello che hanno scoperto con scientifica sicurezza a forza di studiare i fiumi, tutti i fiumi, hanno scoperto che non sono matti, è la loro natura di fiumi che li obbliga a quel girovagare continuo, e perfino esatto, tanto che tutti, dico tutti, alla fine navigano una strada tre volte più lunga del necessario, anzi, per essere esatti, tre volte virgola quattordici, giuro, il famoso pi greco, non ci volevo credere in effetti, ma pare che sia proprio così, devi prendere la loro distanza dal mare, moltiplicarla per pi greco e hai la lunghezza della strada che effettivamente fanno, il che, ho pensato, è una gran figata, perchè, ho pensato, c'è una regola per loro vuoi che non ci sia per noi, voglio dire il meno che ti puoi aspettare, è che anche per noi sia più o meno lo stesso, e che tutto questo sbandare da una parte e dall'altra, come se fossimo matti, o peggio smarriti, in realtà è il nostro modo di andare dritti, modo scientificamente esatto, e per così dire già preordinato, benchè indubbiamente simile a una sequenza disordinata di errori, o ripensamenti, ma solo in apparenza, perchè in realtà è solo semplicemente il nostro modo di andare dove dobbiamo andare, il modo che è specificatamente nostro, la nostra natura per così dire, cosa volevo dire?, quella storia dei fiumi sì, è una storia che se ci pensi è rassicurante, io la trovo molto rassicurante, che ci sia una regola oggettiva dietro a tutte lenostre stupidate, è una cosa rassicurante, tanto che o deciso di crederci, e allora, ecco, quel che volevo dire è che mi fa male vederti navigare curve da schifo come quella di Couverney, ma dovessi anche andare ogni volta a guardare un fiume, ogni volta, per ricordarmelo, io sempre penserò che è giusto così, e che fai bene ad andare, per quanto solo a dirlo,mi venga da spaccarti la testa, ma voglio che tu vada, e sono felice che tu vada, sei un fiume forte, non ti perderai."

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