5 agosto 2010

Pensavi fossero rose e invece... invece è merda.



"[...] Quelli con cui andavi a scuola e ai quali non hai detto ciao quando siete usciti dal portone l’ultimo giorno, perché eri così sicuro che niente sarebbe mai cambiato, che sareste rimasti amici per sempre e non avreste mai perso i contatti, forse avresti trovato qui anche loro, un paese intero per tutto quello che hai dimenticato, che hai perso, che è svanito dalla tua vista lungo il cammino."

Johan Harstad, Che ne è stato di te, Buzz Aldrin?



Ho sentito l'impulso di scrivere, senza avere poi niente da dire, per il solo motivo che era troppo tempo che non mi confrontavo con tutto il rumore che la notte esplode nella mia testa.

Avevo scritto un altro post, che, ironia della sorte, non è stato pubblicato per errori dovuti al server. Ed è stato come un sollievo. Fosse stato un foglio, l'avrei accartocciato, stretto tra le mani, buttato per terra. Non l'avrei mai più riletto, nemmeno nei miei numerosi momenti da nostalgica. Erano parole banali, noiose.

Sono intollerante. Lo sono sul serio, adesso. Lo sono a tal punto che dico basta, questa volta.

Dico basta a coloro che se hai una casa al mare e delle orecchie che sanno ascoltare diventi il migliore e poi, se decidono come passare una giornata speciale, chiamano tutti tranne te. Basta a quelle persone che sono scostanti, che pretendono pretendono pretendono e poi non danno null'altro che un bacio di Giuda. Basta a chi mi dice bugie, che siano anche "buone", che siano anche per nascondere una sorpresa che poi non c'è. Basta a chi mi fa sentire usata, esclusa, incazzata. Basta versare lacrime per persone di cui, anche se dopo un po' di tempo, posso fare a meno. Dico basta a chi mi nasconde la realtà, sia quella brutta che quella bella, tutta quanta. Basta. Basta perchè sono stanca di dividere puntualmente il mio cuore a pezzi per chi non mi dà nemmeno un centesimo.

A volte basta poco, basta davvero poco, basta un po' di vento la sera per vedere se un muro crolla. E questa volta, non mi importa di curare crepe. Questa volta voglio appendere il quadro del mio cuore solo su un muro che non crolla mai.

Questa volta, la parete dell'amicizia ha troppi difetti. E sono stanca.

Mi sono fatta una promessa in questi giorni. Essere felice sempre e voltare sempre (e soprattutto indistintamente) le spalle a chi e alle cose che mi fanno soffrire, senza più sconti.

Ecco, nel pensarlo e prometterlo, sento come se mi volessi più bene.

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