5 luglio 2009

E' che quando si ritorna anche in quella che è casa tua, c'è sempre un pò di tristezza.
Perchè è ogni volta un pò come essere ospiti. Essere ospiti in casa propria è una situazione paradossale.
E' un ritorno in un mondo che senti sempre più lontano. Un mondo che sa sempre meno di te. Un mondo da cui hai scelto di scendere. Un mondo che non è tuo, non del tutto.
E' un mondo che hai già trovato pronto e dopo che ne hai costruito uno tuo, altrove, a tuo piacimento e più adatto al tuo ego che a volte cresce, altre volte scompare, avverti mille differenze. Differenze che sembreranno invalicabili. O magari no. Ma saranno comunque differenze.
Per questo non sai come andrà.
Non sai mai come troverai ciò che hai lasciato. Poi magari ti accorgi che non hai lasciato proprio niente e trovi il vuoto. O ti rendi conto di aver lasciato tutto e ti chiedi come ne hai fatto a meno e perchè stavi bene ugualmente.
Trovi un posto che non riconosci. Un posto che non è tuo, non più. Un posto dove manca ciò che in un modo o nell'altro hai, tra una lacrima e un sorriso, più o meno bene, più o meno fragilmente, messo su. Mattoncino dopo mattoncino.
Un posto in cui a volte vuoi tornare ma da cui spesso scappi.
Un mese, forse due, non sono tanti. Ma saranno lunghi. Per me, che lascio sempre brandelli ovunque. Che lascio o troppo o troppo poco. Io. Io che odio anche solo la parola lasciare, separare, perdere.
Ecco.
Io detesto tutto ciò.


Ho una strana sensazione addosso, che non mi piace.

Nessun commento: