Capita a volte che uno ha tante cose che vorrebbe dire, capita che nella mente c'è una gran folla di pensieri, di domande, e poi arrivi a volerle scrivere vomitandole su una pagina e non ne esce fuori niente. Qualcuno si chiese dove vanno le parole el tragitto dalla testa al foglio.
Si perdono.
Come le persone. Come i centesimi. Come un bottone.
Sembra tutto uguale e invece qualcosa non c'è più.
Ci sono stati momenti in cui solo io mi ero persa. Ero persa in qualsivoglia labirinto intimamente oscuro, perduto, chiuso.
Ho una gran confusione dentro. Ho una supernova che sta esplodendo e io non sono grande come il cielo. Mi sento piccola, impotente, inutile e affranta.
Ho visto un disegno, stupido e anche fatto male. Ma era per te e l'avevo fatto perchè avrei voluto dartelo di persona, non taggandoti solo su Facebook. Ma non ho fatto in tempo. Nessuno ce l'ha fatta. E chissà dove sei adesso, che se leggo qualcosa che mi avevi scritto mi viene da chiudere gli occhi, che se penso al "Trio dei pazzettieri" mi si stringe qualcosa in gola, un pugno stringe il mio cuore. Perchè tu non tornerai. E non torneranno quei tempi in cui forse nessuno dei tre era felice ma sapevamo come ingannare la tristezza.
E poi, succede che hai paura. Rabbia. Tristezza.
Succede che in casa tua diventi l'ultima a sapere le cose, non hai il tuo spazzolino, succede che manchi nei momenti importanti e seri, succede che semplicemente non ci sei, sei lontana.
Che torni e poi di nuovo andar via. E poi ancora, e ancora e ancora.
Succede che il bicchiere si riempie d'acqua e poi, scende giù dai bordi.
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